L'Arlèsienne
Dramma in cinque atti di Alphonse Daudet
Musiche di Georges Bizet
Traduzione italiana e riduzione per Voce recitante di Vincenzo De Vivo
Revisione critica della versione originale per 26 strumenti di Giacomo Zani
Musiche di Georges Bizet
Traduzione italiana e riduzione per Voce recitante di Vincenzo De Vivo
Revisione critica della versione originale per 26 strumenti di Giacomo Zani
Bizet compose le musiche per L'Arlesienne di Alphonse Daudet nell'estate del 1872. Quando fu rappresentato al Teatro Vaudeville di Parigi, il dramma fu nettamente disapprovato e la musica fu quasi del tutto ignorata. Ma dopo che Bizet volle ricavarne una suite per orchestra, ebbe la sua rivincita e oggi L'Arlesienne, nonostante il suo insuccesso iniziale sulle scene, è annoverata ormai da tempo tra le vette più alte del genere delle musiche di scena.
Si tratta indubbiamente di un lavoro originale che sfrutta l'ambientazione esotica, in quanto il dramma si svolge nella suggestiva regione francese della Provenza. Bizet seppe sfruttare l'elemento coloristico brillantemente, tramite l'impiego di antiche melodie che furono comunque trasformate e completamente assimilate nel nuovo contesto musicale. In questa musica scritta per il dramma di Daudet, vi si trova la vigorosa rappresentazione della gelosia, della passione e della disperazione.
Frédéri, figlio di mamma Rosa, ricca proprietaria del Castelet, è follemente innamorato di una ragazza di Arles con la quale sta per fidanzarsi. Ma all'improvviso egli scopre che l'Arlesiana da più di due anni è l'amante di un uomo di nome Mitifio. Disperato Frédéri cerca di dimenticare la ragazza di Arles e promette di sposare Vivette, una giovane dall'animo semplice e sinceramente innamorata di lui, sin dai tempi dell'infanzia. Il giovane, però, non riesce a dimenticare gli occhi ardenti e la bellezza appassionante dell'Arlesiana, tanto che in una notte di festa, mentre i contadini ballano allegramente nell'aia, si consuma la tragedia. Frédéri trovandosi inaspettatamente di fronte a Mitifio, cerca di ucciderlo, ma viene fermato dal vecchio pastore Baltazàr. Sconvolto dalla passione e non riuscendo a darsi pace, si getta quindi da una finestra della fattoria e muore schiantandosi sulla corte.
Come è facile intuire il soggetto presenta diverse analogie con la Carmen (oltre al fatto che alcuni temi dell’Arlesienne andranno a confluire nella celebre opera): al triangolo Frédéri-Arlésienne-Vivette corrisponde il triangolo Don José-Carmen-Micaela. Soltanto che nel dramma di Daudet la donna fatale, che condiziona e travolge sino alla morte il protagonista, non appare mai sulla scena e agisce come uno spettro invisibile.
Si tratta indubbiamente di un lavoro originale che sfrutta l'ambientazione esotica, in quanto il dramma si svolge nella suggestiva regione francese della Provenza. Bizet seppe sfruttare l'elemento coloristico brillantemente, tramite l'impiego di antiche melodie che furono comunque trasformate e completamente assimilate nel nuovo contesto musicale. In questa musica scritta per il dramma di Daudet, vi si trova la vigorosa rappresentazione della gelosia, della passione e della disperazione.
Frédéri, figlio di mamma Rosa, ricca proprietaria del Castelet, è follemente innamorato di una ragazza di Arles con la quale sta per fidanzarsi. Ma all'improvviso egli scopre che l'Arlesiana da più di due anni è l'amante di un uomo di nome Mitifio. Disperato Frédéri cerca di dimenticare la ragazza di Arles e promette di sposare Vivette, una giovane dall'animo semplice e sinceramente innamorata di lui, sin dai tempi dell'infanzia. Il giovane, però, non riesce a dimenticare gli occhi ardenti e la bellezza appassionante dell'Arlesiana, tanto che in una notte di festa, mentre i contadini ballano allegramente nell'aia, si consuma la tragedia. Frédéri trovandosi inaspettatamente di fronte a Mitifio, cerca di ucciderlo, ma viene fermato dal vecchio pastore Baltazàr. Sconvolto dalla passione e non riuscendo a darsi pace, si getta quindi da una finestra della fattoria e muore schiantandosi sulla corte.
Come è facile intuire il soggetto presenta diverse analogie con la Carmen (oltre al fatto che alcuni temi dell’Arlesienne andranno a confluire nella celebre opera): al triangolo Frédéri-Arlésienne-Vivette corrisponde il triangolo Don José-Carmen-Micaela. Soltanto che nel dramma di Daudet la donna fatale, che condiziona e travolge sino alla morte il protagonista, non appare mai sulla scena e agisce come uno spettro invisibile.